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Negli ultimi decenni e soprattutto all’estero, c’è stato un gran fiorire di teorie sulle discipline terapeutiche “olistiche”. Queste includono il massaggio, l’agopuntura, l’osteopatia e l’omeopatia. Soprattutto si è notato un crescente numero di persone che ha voluto cercare di affiancare queste terapie definite “alternative” alla medicina veterinaria tradizionale. Sono sempre stata a contatto con i cavalli sin da quando ero piccola – mio nonno aveva dei cavalli da corsa – ed ho sempre trascorso molte ore con loro, non solo montandoli e partecipando a gare equestri, ma toccandoli. C’è sempre stato in me l’innato bisogno di trascorrere molto tempo nel box con questi meravigliosi animali, che adesso aiuto a star bene, ma che per molto tempo ed ancora adesso, hanno aiutato me a star bene. Mi sono avvicinata alle terapie alternative per il cavallo con animo pionieristico ma con la certezza che se era possibile aiutare gli atleti umani a star meglio ed a migliorare le loro prestazioni con la fisioterapia, questo doveva essere essere possibile ed utile anche per il cavallo. Infatti ho scoperto molto presto che tutto ciò era non solo possibile ma incredibilmente vero, visto che negli U.S.A. la terapia manuale sul cavallo si applica da più di 40 anni e con risultati eccellenti. Gli U.S.A. sono stati la mia base di partenza, di studio e di apprendimento.

Dopo aver tanto imparato e dopo aver creato un mio proprio sistema di terapia manuale sul cavallo, ho deciso che fosse venuto il momento di far approdare anche in Italia – nel 1997- questa terapia benefica per i cavalli, sportivi e non, che ho denominato Equiter – Terapia muscolare del cavallo di Eliana Speziale -. Il mio sistema comprende l’applicazione di tecniche di terapia miofasciale che ha lo scopo di allungare i tessuti connettivi e dare impulsi positivi agli schemi neurologici del cavallo. Inoltre il mio sistema terapeutico include la massoterapia, la pressione digitale, la terapia dei trigger point e degli stress point, stretching ed esercizi terapeutici e di riabilitazione per il cavallo. Tutto ciò viene riunito ed utilizzato in quella che oggi è la Terapia Equiter, conosciuta ed apprezzata in tutti gli ambienti equestri e dell’ippica. Naturalmente tanta manualità non poteva non essere supportata da studi di anatomia, fisiologia, biomeccanica, patologie muscolari e molto altro ancora.

Il fatto di montare a cavallo anche a livello agonistico mi ha dato la possibilità di rendermi conto di persona come certi problemi del cavallo, sia di carattere fisico che comportamentale fossero riconducibili a problemi muscolari di vario tipo che procurano dolore ed irritabilità nel povero animale che non ha altra possibilità di colloquiare con chi lo usa se non attraverso il linguaggio del corpo (e degli occhi). Questo corpo meraviglioso che in condizioni ottimali è capace di prestazioni che ci inorgogliscono, quando è sofferente non è più in grado di farlo e non dovrebbe mai – come spesso succede – suscitare in noi istinti di lotta e prevaricazione, ma solo sentimenti di comprensione e fiducia. Se un cavallo non va più, è perché qualche problema fisico glielo impedisce. E ‘ stato dimostrato che il 90 % dei problemi fisici del cavallo sono problemi muscolari. Ed è per questo che la terapia manuale, così come per gli esseri umani, può essere di grande giovamento nella risoluzione di questi problemi. 

Chi lavora con i cavalli e li ama sa che non si finisce mai di conoscerli e di imparare. Ed infatti più vado avanti in questo meraviglioso lavoro e più imparo. Tutto quello che so e tutto quello che continuo ad imparare sto cercando di trasmetterlo agli studenti dei Corsi Equiter, perché il mio desiderio più grande è che un giorno, così come avviene in campo umano dove ci sono tanti terapisti che affiancano i medici, si arrivi ad avere tanti terapisti quanti sono i veterinari per cercare di contribuire al benessere globale di questi meravigliosi amici che sono i cavalli. E’ importante avere il supporto e la collaborazione dei veterinari per raggiungere dei risultati ottimali; questo è fuori discussione e bisogna sempre tenerlo a mente. Aiutare i cavalli a star bene risolvendo le loro problematiche fisiche è di enorme soddisfazione ed i cavalli sanno trasmettere molto bene i loro sentimenti di gratitudine a chi gli sta vicino e li cura.

Ma forse la cosa più bella è sentire la felicità, gratitudine ed affetto dei proprietari o dei cavalieri e guidatori che molto spesso pensavano che per il loro cavallo non ci fosse più nulla da fare. Ho avuto modo di manipolare cavalli che erano già pronti per – quando tutto andava bene – andare in pensione, tanto erano distrutti nel fisico e nello spirito e che poi hanno ripreso la loro attività agonistica che va ancora avanti. Sono soddisfazioni che riempiono il cuore di felicità e soprattutto questa è la dimostrazione che i cavalli in agonismo sono atleti e come tali bisogna trattarli. E quale atleta umano fa a meno del fisioterapista? E perché dovrebbero farne a meno i cavalli atleti? O, ancora, perché dovrebbero farne a meno tutti i cavalli che in ogni caso ne abbiano bisogno? Chi ha intenzione di intraprendere questa meravigliosa carriera avrà la possibilità di provare delle emozioni e soddisfazioni difficili da spiegare, bisogna provarle di persona!